Due papi legati al Collegio, due conclavi particolari
Il Collegio Raffaello è legato a doppio filo a due figure di sommi pontefici che hanno in comune delle elezioni travagliate, anche se poi il loro pontificato fu proficuo: parliamo di Clemente XI e Benedetto XIII.
Il primo iniziò la costruzione dell’edificio, mentre il completamento avvenne grazie al secondo, ed entrambi sono ringraziati in due enormi scritte sulla facciata.
Il cardinale Giovanni Francesco Albani entrò in conclave il 9 novembre 1700 e fu eletto il 23 novembre. Al conclave parteciparono 57 cardinali. Fu il gruppo degli Zelanti a determinare l’elezione del porporato nato a Urbino. Alla elezione, Albani non accolse subito la scelta del collegio cardinalizio, ma chiese di riflettere per tre giorni prima di accettare, cosa assai insolita. Le leggende dicono che molti cardinali andassero a trovarlo persino in camera da letto per pregarlo di accettare. Il cardinale Albani non era nemmeno stato consacrato vescovo, per cui il 30 novembre ricevette l’ordinazione e l’8 dicembre fu incoronato papa. Salito al Soglio all’età di soli 51 anni, dopo di lui nessun pontefice fu eletto a un’età più giovane della sua. Il nome di Clemente lo si deve a san Clemente I, che si festeggiava il giorno in cui fu eletto.
Altra storia quella del cardinale Pietro Francesco Orsini, nobile fattosi frate domenicano e cardinale fin da giovanissima età; l’Orsini fu eletto papa dopo un conclave abbastanza lungo: le votazioni si aprirono il 20 marzo 1724 e si conclusero oltre due mesi dopo, il 29 maggio. I 53 cardinali presenti si riunirono attorno a quattro gruppi: filo-imperiali, filo-francesi, zelanti e gruppo veneziano. Dopo numerose candidature e lotte interne, finalmente Orsini la spuntò e scelse il nome di Benedetto XIII in onore dell’ultimo papa domenicano come lui, Benedetto XI. Fu incoronato il 4 giugno. Fu il quarto e ultimo papa appartenente all’Ordine domenicano.